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Michel, 'l'Europa non diventi il museo del mondo'

2024-10-25 HaiPress

Charles Michel tira le somme ora

che è quasi al termine del suo mandato. Il presidente del

Consiglio Europeo - che lascerà l'incarico al suo successore

Antonio Costa il prossimo 1° dicembre - lancia allora un monito:

"L'Europa non deve diventare il museo del mondo". Dunque deve

rimettersi in gioco,soprattutto aumentando la sua

"competitività",sull'onda dei rapporti Letta-Draghi,e cercando

"più sovranità",anche attraverso un settore della difesa più

forte. Per quanto riguarda la migrazione,giudicata senz'altro

una "sfida politica" benché non sistemica,Michel sostiene che

l'Ue non debba "aver paura di guardare" a nuovi modi,"operativi

e concreti",come ad esempio l'intesa Italia-Albania.


"Non voglio interferire nel dibattito interno in Italia ma

dobbiamo esaminare quali sono le modalità concrete e non intendo

dire che gli hotspot in Albania siano buoni o meno",ha spiegato

il presidente del Consiglio Europeo in un'intervista alla

European Newsroom di cui l' fa parte. Tutto,alla fine,

dipenderà dai "dettagli pratici" anche per quanto riguarda "il

rispetto del diritto internazionale" perché ci sono elementi

importanti che hanno un ruolo,come "la proporzionalità delle

misure". In generale,sul tema dell'immigrazione,l'atmosfera

tra i leader è cambiata rispetto al passato. Nel 2016,ad

esempio,c'era "una totale mancanza di fiducia" tra i 27 e non

era possibile avere alcuna conversazione "razionale". "Siamo

arrivati agli insulti",ha confidato. "Ci sono voluti anni per

ristabilire la fiducia". Che ora invece esiste,sia sulla

necessità di dover combattere l'immigrazione clandestina e

dunque i trafficanti,sia sull'esigenza di "aumentare i percorsi

d'ingresso legali". Il nodo dolente restano i rimpatri e sul

tema c'è la volontà tra i 27 di voler cooperare di più,

arrivando ad esempio alla "lista comune" dei Paesi sicuri. E'

fondamentale,ad ogni modo,che i cittadini vedano delle

soluzioni poiché la migrazione "a volte viene usata in modo

improprio da alcuni gruppi o partiti politici per indebolire il

progetto europeo".


Tornando ai grandi scenari,Michel ha notato che ormai si è

arrivati alla terza generazione di leader impegnati nel

"progetto comune europeo" e serve uno slancio ulteriore,perché

si è ormai ad "una svolta". Nel pratico spera che i leader

accelerino "sull'Unione dei Capitali" e che si proceda spediti

con il rafforzamento dell'industria della difesa europea,da cui

dipende un pezzo dell'autonomia strategica dell'Ue. Sul lungo

periodo,infatti,poco importa se a novembre prevarrà Kamala

Harris o Donald Trump. "Gli Usa,purtroppo,resteranno

protezionisti e non cambieranno rotta sull'Indopacifico",ha

spiegato. Obama (prima) e Trump (poi) hanno quindi "fatto bene"

a spingere gli alleati europei a raggiungere il 2% del Pil in

difesa ma lo hanno fatto anche per "sostenere la loro industria

bellica". Gli Usa ora "sbaglierebbero se pensassero che si può

aumentare la sicurezza senza sviluppare la base industriale

dell'Europa" visto che,per combattere gli autrocrati,

Washington ha bisogno dell'Ue.


Riflettendo sulle grandi crisi del suo mandato - Covid19 e

guerra in Ucraina - Michel ha battuto il tasto sull'importanza

di "raggiungere l'unità",che è la vera forza dell'Ue. "Il

Consiglio Europeo è la torre di controllo dell'Unione" ha

evidenziato esprimendo anche dei dubbi sul fatto che il voto "a

maggioranza" sia davvero la soluzione -- il punto di caduta

potrebbe essere "un diritto di veto ristretto" a questioni

esiziali per l'interesse nazionale. Michel concede però che la

mancanza di unità,quando c'è,impedisce all'Ue di contare

quanto potrebbe. Ed è il caso del Medio Oriente. "Dovremmo

essere più ambiziosi ed evitare il veleno dei doppi standard:

temo cosa scopriremo quando Gaza sarà riaperta",ha detto. In

ultimo (non ultimo) l'allargamento. Resta "realistico"

l'obiettivo del 2030 per l'ingresso dei nuovi membri,specie i

Balcani. "Non possiamo non accelerare". Perché se l'Europa non

si muove,"altri lo faranno".


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